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Mazara del Vallo

Ancora oggi profondamente araba nell'impianto urbanistico, Mazara del Vallo è cresciuta e si è articolata intorno al suo porto-canale, che ospita la più imponente flotta da pesca nazionale. Dalla cattedrale, autentico tempio-museo, al prezioso Museo diocesano, alle testimonianze normanne, al barocco, la storia di una città ricca di monumenti ed opere d'arte. Dal punto di vista geografico la città di Mazara dei Vallo si estende tra Capo Feto e Capo Granitola e si affaccia sul Canale di Sicilia. Il suo territorio, di grande valenza culturale e naturalistica, è attraversato dal fiume Mazaro, che insieme al fiume Delia ne costituisce la rete idrografica. Grazie alla varietà delle caratteristiche naturali ritroviamo sulla sua superficie agraria una grande pluralità di colture, con prevalenza di vigneti e uliveti, mentre scarsa è la superficie interessata da boschi e macchia mediterranea. La costa non è uniforme ma si presenta caratterizzata da fondali rocciosi, ricchi di biocenosi marine, nella parte sud orientale della città. Il litorale sud-occidentale, a destra della foce dei fiume Mazaro, è invece di tipo sabbioso e grazie ad una complessiva situazione ambientale particolarmente favorevole, ospita una prateria a Posidonia oceanica, rigogliosa e di notevoli dimensioni, che giustifica la ricchezza dell'ambiente marino mazarese. LA STATUA BRONZEA DEL SATIRO: Alcuni l'hanno immaginato in atteggiamento di plastica sfida dei mari e dei venti, sulla prua o sull'albero di una nave che, mentre solcava i flutti del Canale di Sicilia, la perse negli abissi accidentalmente o naufragando; altri invece, hanno pensato che si trattasse di un bottino di guerra; infine si è ritenuto che facesse parte del prezioso carico di un "antiquario" dell'epoca che, su committenza o meno, stesse commerciando opere d'arte per un ricco signore dell'epoca. Se i dubbi avvolgono sia la sua collocazione funzionale, nonchè la datazione e l'attribuzione artistico-culturale, certa è la sua identificazione iconografica, anche se nell'euforia della scoperta, si parlò frettolosamente di Eolo. E' infatti certo che la statua in bronzo "pescata" nel Marzo del 1998 da un peschereccio mazarese nel mare tra Pantelleria e l'Africa rappresenti un Satiro. Appare molto probabile che il Satiro costituisse una parte del carico di una nave inabissatasi tra Pantelleria e Capo Bon tra il III ed il II secolo a.C. Il resto del prezioso trasporo si trova ancora a quasi 500 m di profondità.

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